Rimborso ristrutturazione casa all’ex convivente

Non sembra vera ma è così. Una donna ha dovuto effettuare il rimborso ristrutturazione casa al suo ex convivente perchè la spesa affrontata per migliorare e incrementare, attraverso la ristrutturazione, il valore della casa di proprietà della donna e quindi è lei che ne trae il beneficio e questo non è ammesso.

Questo è quanto a stabilito il Tribunale di Treviso che nella sua sentenza numero 258/2015 ha condannato la donna al rimborso delle spese per la ristrutturazione casa sostenute dal suo ex convivente.

Tutte le coppie sposate, conviventi o di fatto, hanno degli obblighi reciproci di natura morale e sociale, se si vive nella stessa casa è giusto che la coppia contribuisca alle spese per soddisfare le esigenze di vita come ad esempio il mutuo, le psese condominiali, la maniutenzione. Queste spese per la vita comune possono essere concordate in maniera autonoma sul piano di eguaglianza di spesa, cioè per fattori di scelta o di patrimonio personale un’inquilino può pagare più di un altro, ma entrambi non potranno richiedere nessun rimborso semmai il loro rapporto dovesse finire si avrebbe un’azione generale di arricchimento senza causa da pare di un soggetto.

Fin qui tutto ok, ma nel caso in cui una casa di proprietà di uno dei due venisse ristrutturata e l’esborso per la ristrutturazione casa fosse anche a carico del partenr non propietario, in caso di cessazione del rapporto di convivenza la proprietà dovrebbe rimborsare la somma al convivente perchè la ristrutturazione casa andrebbe ad umentare e migliorare il patrimonio e non sarebbe classificata come spesa per le esigenze quotidiane della coppia.

Il nostro parere è che questa sentenza sia correta, se una coppia decide di vivere insieme giusto condividere le spese in accordo comune, ma nel momento che si decide per una ristrutturazione dela casa e per sfortuna la coppia si lascia, sarebbe onesto rimborsare al convivente i soldi spesi. La ristrutturazione della casa ne migliorerebbe lo stato di fatto e quindi il valore nominale senza poter essere usata dal convivente.

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